sabato 31 agosto 2013

La spesa pubblica in Italia in tempo di crisi

Perché c’è la crisi? Perché sono calati i consumi mentre le tasse sono aumentate per pagare le spese dell’amministrazione pubblica, che sono invece rimaste le stesse di quando l’economia girava. Questo non significa che allora i soldi fossero spesi bene, semplicemente il problema era meno eclatante di oggi.

Ma dove vanno a finire le nostre tasse? Vediamo in dettaglio le voci di spesa del 2011 [1] e perché continuano a salire proprio adesso che siamo in crisi:


Pensioni: con 249,5 miliardi di € nel 2012 [2] e vicina al 16% del PIL, abbiamo la più alta spesa pensionistica in Europa [3-4]; questo poco invidiabile primato lo dobbiamo alla generosa e tutta italica usanza di pagare la pensione a gente che ha lavorato per un decimo della sua vita (le babypensioni, la “geniale” trovata di Rumor e Bertoldi del 1973), oppure a gente che ha lavorato in posti privilegiati grazie alle clientele (pensioni d’oro) oppure ancora a gente che non ha proprio mai lavorato (vitalizi dei politici). Se l’Italia spendesse per le pensioni quello che spende la media dei paesi OCSE (paesi sviluppati), cioè il 9,3% del PIL, la spesa pensionistica ammonterebbe a 144 miliardi, circa 100 miliardi in meno. Questo per dare l’idea del danno fatto dalle politica delle regalie socialiste: “Votatemi, vi manderò in pensione a 35 anni di età…io intanto resto in parlamento a 15000€ al mese e piazzo tutti i miei amici e parenti a lavorare nel pubblico con stipendi e pensioni d’oro”. L’italiano votava dei folli incompetenti e non si preoccupava o non era consapevole delle conseguenze future, nei favolosi anni ’70 e ’80.

Sanità: la spesa è nella norma ma soprattutto paga un servizio irrinunciabile, eppure, secondo voi, dove bisogna tagliare per salvarci dalla bancarotta? A scelta:
1. Sulla liquidazione del trota, sul vitalizio di Razzi e sullo stipendio di Scilipoti
2. Sugli ospedali
Siedi in Parlamento e voti la due. Tutti ti odiano ma tu non ci fai caso.

Interessi passivi sul debito: ecco la causa di tutti i mali, 78 miliardi pagati solo nel 2011 [5] e che continuano a salire vertiginosamente, sballando tutti i costi dello Stato. Per il 2013 si prevede che sfonderanno quota 100 miliardi. Si tratta di una spesa enorme, quasi 2000€ a testa l’anno, per non avere in cambio nessun servizio. Questo lo abbiamo ereditato dai grandi statisti del passato, nessuno escluso. Dedicherò un post ai meccanismi del debito. Per ora diciamo che il debito è stato creato per finanziare le folli politiche degli anni ’80, dopodiché si è autoalimentato con i propri interessi passivi diventando un mostro indomabile.

Istruzione: la spesa è addirittura bassa, se confrontata a quella degli altri paesi dell’OCSE [6] eppure i nostri maghi della politica hanno pensato bene di tagliare questa voce per “salvare” il paese, nonostante l’investimento sulla cultura dei cittadini dovrebbe essere considerato primario quanto la casa, il cibo o la salute. Ma niente paura, possiamo acculturarci davanti alla tv con Uomini e Donne e Jersey Shore.

Affari economici: questa voce comprende [7]:
_affari economici, commerciali e del lavoro
_agricoltura, silvicoltura, pesca e caccia
_combustibili ed energia
_attività estrattive, manifatturiere ed edilizie
_trasporti
_comunicazioni
_altri settori
_ricerca e sviluppo per gli affari economici
_affari economici non altrimenti classificabili

Servizi generali invece comprende:
_attività finanziarie, fiscali e affari
_aiuti economici internazionali
_servizi generali
_ricerca di base
_servizi pubblici generali
_servizi pubblici generali non altrimenti classificabili
_transazioni relative al debito pubblico
_trasferimenti a carattere generale tra diversi livelli di governo

Si tratta di due voci corpose, per giudicarle a fondo occorrerebbe un’analisi approfondita. Anche in questo caso non scommetterei che i soldi siano spesi in maniera inappuntabile, visto l’andazzo generale; diciamo che c’è già abbastanza da piangere concentrandosi sugli sprechi macroscopici in altri campi.

Costi della politica: un fiume di denaro sprecato, esattamente 24,7 miliardi l’anno [8]. Abbiamo un esercito inutile di politici, per di più incompetenti e strapagati. Solo a termine di paragone, il Congresso degli Stati Uniti costa 2,8 miliardi di $ l’anno, circa 2,1 miliardi di € l’anno[9]; in rapporto alla popolazione degli Stati Uniti, noi dovremmo quindi spendere circa 500 milioni l’anno per il Parlamento. Invece il nostro beneamato Parlamento da solo costa 1,7 miliardi di € l’anno, più della somma dei parlamenti di Germania, Francia, Spagna e Inghilterra [10]! La politica italiana costa, in media, circa 4 volte tanto la politica degli altri paesi occidentali, ovvero oltre 18 miliardi in più del dovuto, che sono  l’80% circa della cifra spesa.

Figura 1. Quando si dice: “Spendiamo un po’ ma puntiamo sulla qualità!”

Difesa e forze armate: la spesa non è molto alta in sé, come molte volte si legge su certa stampa, in quanto siamo intorno all’1% del PIL, al di sotto della media europea. Il problema è che i soldi sono spesi molto male: le forze armate italiane infatti sono uno stipendificio per ufficiali troppo numerosi, situazione figlia dell’italico vizio del clientelismo. Abbiamo 95000 graduati per 83000 militari di truppa [11].  Invece di investire i soldi in attrezzature e ammodernamento, li spendiamo negli stipendi degli ufficiali che sono più numerosi che i comandati. Anche qui si potrebbero risparmiare 5-6 miliardi di € l’anno senza intaccare la qualità delle forze armate.

A conti fatti, solo nelle prime nove voci di spesa si possono quindi individuare circa 220 miliardi di € l’anno che vanno sprecati, circa il 28% della spesa pubblica corrente. Concludendo: ogni 10 € che paghiamo di tasse, circa 3€ sono spesi male (leggasi: buttati nel cesso). Gli sprechi gravano, quindi, per una somma pari a circa 9700€ l’anno a testa; se vi piace di più, fanno 812€ al mese a testa [12]. Questi sono soldi che avremmo in tasca se il paese fosse stato sempre governato da persone oneste e competenti. Purtroppo in alcuni settori sarebbe difficile o improponibile modificare la situazione (vedi le pensioni) ma restano comunque margini di manovra per ridurre la spesa pubblica senza andare a intaccare i servizi (sanità e istruzione in primis) come hanno fatto, invece, le menti eccelse che abbiamo avuto al governo fino a oggi.
Ma niente paura, adesso Silvio ci farà risparmiare circa 10€ al mese a testa di IMU!

[12].  Calcolo fatto sulla media dei 22,9 milioni di lavoratori presenti in Italia. E’ opinabile in quanto le imposte non sono tutte a carico dei lavoratori (p.es. IVA), ma serve a dare un’idea della cifra pro-capite